… Seduzione si diceva prima. I soggetti di Antonella Masetti Lucarella sono come votati a questa scelta: vittime sacrificali, si potrebbe azzardare, laddove il sacrificio è atto cosciente e liberatorio. Volti e sguardi sono le chiavi "musicali" prescelte. Volti e sguardi principalmente femminili che, di volta in volta, informano o si informano, suggeriscono, interrogano. Altre volte ancora … si ritagliano uno spazio-tempo di rappresentazione: e noi si resta ad osservarne la fissità per interpretarne il suono, astratta-concreta fatica. …

… I volti diventano crocevia interpretativo tra la "necessità" formale e la musicalità. Per un rigore della seduzione costantemente invocato e risolto via via tra le posture, i rapimenti, le indagini "a filo di tela", i morbidi arrovesciamenti, le innocenze balsamiche dei "nudi" e tutte le orgogliose figure che l'artista giustappone lungo la propria scena (che sa, misteriosamente, diventare nostra). Ricorrente, poi, il riferimento al doppio che è, certo,…

L'arte di Antonella Masetti Lucarella (perché di una vera artista si tratta: ed è scoperta né gratuita né frequente) a me pare che consista essenzialmente in questo: nel captare quello strato basico, sordo, taciturno, delle cose che si identifica, ab origine, col Nulla. …

… La vita è là, dietro il velo. Le sue poche leggi sono là, dietro il velo. Si può illudersi di escamotare l'una e le altre, naturalmente. È ciò che facciamo quasi tutti e quasi sempre: pagando. Perché la distanza dal velo, e tanto più dalla vita, è assai simile alla famosa porta dell'Angelo Sterminatore di Buñuel. Non può essere varcata. Quasi mai. Non mai. Infatti, quando qualcuno si è messo nella terra di nessuno, noi lo percepiamo. Sappiamo che è solo, che lo sguardo sulla verità è infinitamente attraente, ma altrettanto difficile da sostenere. Sappiamo che ciò accade forse soltanto in quella singolare esperienza misterica che l'uomo ha denominato arte. …

… Occhi di sfida. Occhi di ricezione. Occhi di possesso e di avidità. Occhi di natura: la natura che ha le sue leggi per la continuità della specie. Non potrà dirlo nessuno perché il desiderio funzioni così e solo così, come nessuno potrà dire perché esistono le stelle. Quella è la faccia della verità, oltre il velo. Quella è la verità che Antonella Masetti Lucarella ha scoperto e rivela. …

Flavio Caroli, 1995


… Credo si debba, ragionevolmente, partire dal nero, dalle sue qualità (fisiche, simboliche), malgrado l'incertezza, per il momento, che si tratti di luce o di materia - ovvero luogo, spazio: teatro; comunque elemento indispensabile all'apparizione. …

… dispersione dei frammenti, mani, occhi, profili interrotti, volti sfumati, un seno, un pube: appunti, citazioni, come su fogli di qualche codice ritrovato, e il tutto dato per trasparenza, per consunzione, nella maestria di un disegno amorevolmente tracciato, esatto e tenero. Un disegno che riafferma non solo tecnicamente una nostalgia del corpo, che riaffiora, o forse sta per scomparire, ma che non intende rinunciare alla propria testimonianza. …

… Non sono gli enunciati (visibili, leggibili) ad avere il sopravvento - quando la parola è isolata e evidente il concetto rischia di limitarsi a didascalia; è la strategia dei segni della scrittura nella loro complessità a connotare lo spazio: interferenza con i segni del disegno, parificazione espressiva, sostanza indifferenziata in cui il dato immediato di riconoscibilità gioca continuamente di rimando. Il segno diventa un mediatore come lo era stato il nero (anche del nero restano qua e là frammenti, o meglio: legamenti), e però superando le distinzioni vuoto-pieno, interno-esterno.

Anche il colore vi contribuisce; accentua, sfuma, impreziosisce, entra a far parte di quel sistema di ambiguità che caratterizza il chiaro-scuro in tutte le sue possibili accezioni - da cui le indicazioni molteplici e felicemente sfuggenti, e perciò suggestive, rese da questa pittura.

Roberto Sanesi, 1998


… Seduzione si diceva prima. I soggetti di Antonella Masetti Lucarella sono come votati a questa scelta: vittime sacrificali, si potrebbe azzardare, laddove il sacrificio è atto cosciente e liberatorio. Volti e sguardi sono le chiavi “musicali” prescelte. Volti e sguardi principalmente femminili che, di volta in volta, informano o si informano, suggeriscono, interrogano. Altre volte ancora … si ritagliano uno spazio-tempo di rappresentazione: e noi si resta ad osservarne la fissità per interpretarne il suono, astratta-concreta fatica. …

… I volti diventano crocevia interpretativo tra la “necessità” formale e la musicalità. Per un rigore della seduzione costantemente invocato e risolto via via tra le posture, i rapimenti, le indagini “a filo di tela”, i morbidi arrovesciamenti, le innocenze balsamiche dei “nudi” e tutte le orgogliose figure che l’artista giustappone lungo la propria scena (che sa, misteriosamente, diventare nostra).
Ricorrente, poi, il riferimento al doppio che è, certo, specchio, superficie riflettente ma anche, e ancora una volta misteriosamente, assenza dell’uno e dell’altra. …

Giorgio Chiappini, 1995


… E' un mondo calmo che sa andare oltre lo sguardo, dentro gli occhi dello spettatore che tale non è mai, soltanto. Viene richiesta sempre una certa collaborazione, quasi una complicità a cercare di entrare dentro quel mondo complesso, elegante, silenzioso. Così l'artista non accenna mai all'idea del movimento, anche se non tende a rappresentare un universo statico. Tutt' altro. Si tratta di lasciare spazio all'intuizione di un motus interiore, di far percepire la conflittualità dei sentimenti e dei desideri. L'artista sa dare vita al sangue che scorre dentro i suoi personaggi, dietro le rughe o i dettagli anatomici sempre rigorosi eppure mai lucidamente spietati, respingenti o scostanti come nella figurazione di un Kitaj o di un Freud. …

… Sono comunque donne che sanno. Non sono smarrite perché alla ricerca di un personaggio da interpretare, ma sono in cerca di qualcosa d'altro e d'ulteriore. Sembrano porsi la domanda di cosa fare di questo mondo a cui hanno contribuito, un dubbio da protagoniste, non certo da chi deve ancora capire. Ma nello stesso tempo vi è l'intuizione di una profondità della vita che si sprigiona direttamente da queste figure disegnate e dipinte come se fossero degli affreschi, delle figure che provengono dalla profondità e dalla certezza del tempo. In loro vive il racconto, quel récit che accompagna e sostiene la vita. Tutto si dipana come una musica che sa dove vuole arrivare e che gioca con le incertezze per creare quelle pause in cui si annida la fantasia e l'immaginazione...

Valerio Dehò, 2009


… Le sue donne sono calate nella vita di tutti i giorni, di oggi, di ora; non vi è in esse nessun banale e vuoto sentimentalismo, ma sentimenti pulsanti: esse soffrono, ridono, partecipano, lottano. Queste donne, a cui parte della sua intera produzione è offerta e dedicata, sono delle guerriere ammantate di dolcezza; in loro vi è a volte complicità, ma vi è anche sfida, consapevolezza di sé e del potere che possiedono; esse non si assoggettano facilmente a nulla se non a ciò o a chi decidono di assoggettarsi: è una questione di scelta, di libero arbitrio e mai di imposizione. …

… Ancora, il suo fil rouge si dipana e rimanda piuttosto alla pittura introspettiva del primo '900 italiano dove i personaggi più che pirandellianamente "in cerca di autore", già guardavano con Donghi alla propria esistenza interiore. E', la sua, una figurazione "alta", colta, intellettualmente sottile e sofisticata, anche a volte, di difficile lettura come tutta la grande figurazione del passato che cela, nascosti tra le righe, messaggi comprensibili solo a pochi eletti a fronte di una falsa, apparente comprensibilità della scena. …

Cynthia Penna, 2011


… E' Pittura senza riferimenti spazio/temporali e quindi attualissima in ogni luogo dove vi sia una Donna con il Suo duplice aspetto, quello reso dal protagonismo del Rosso, da sempre simbolo di Maternità, e quello reso dal Nero, da sempre simbolo di Seduzione. Il Marrone è la Terra, anche Lei femmina, la Grande Madre. Una Pittura quindi che ci riporta alle Origini, quelle vere, senza sovrastrutture costruite dai maschi, senza Guerra, senza Politica, senza Finanza. Antonella Masetti Lucarella ci riconduce a ciò con la Sua Pittura, che è Arte, cioè Artificio, fatta con conoscenza di mezzi e strumenti, senza improvvisazioni, senza dilettantismo comunicativo, da Artista. …

Giancarlo Graziani, 2011


… Sebbene i rimandi di alcuni particolari occhieggino ineluttabilmente e volutamente al grande passato rinascimentale, le donne di Masetti Lucarella sono donne del 21° secolo, contemporanee negli atteggiamenti, nella consapevolezza di sé, anche nella sfrontatezza, più incline alla sfida che ad una sottomissione.
Le sue tele sono espressione della passionalità del vivere; la colorazione che le permea, sempre calda e morbida, è il segno distintivo dell’artista: quello di una sensualità che è per l’artista fondamentale espressione di passione e di vita.
Nelle sue tele l’elemento portante è l’Eros: quel quid inafferrabile che determina il passo; quello che conduce l’azione, sia gestuale dell’artista sulla tela, sia metaforico dei suoi personaggi: è l’Eros puro l’unico elemento, il substrato reale che alla fine risulta vincente. …

Cynthia Penna, 2017